Tutta la stanchezza del Natale
Per fortuna c’è il nuovo romanzo di Ian McEwan, e ovviamente Jane Austen
Bisogna ammettere che a questo mondo c’è una sola persona che ci accompagna dalla culla alla tomba, e siamo noi stessi. E allora bisogna restare in buoni rapporti con questa persona, imparare a vivere con se stessi.
Agatha Christie, Una figlia per sempre
Leggere è uno degli atti più personali e liberi che possiamo esercitare in questa contemporaneità nervosa, nevrotica e performante.
Dalla prefazione che ho scritto per Il libro dei tuoi libri (Blackie edizioni)
Care e cari,
bentrovati a questa newsletter settimanale di consigli, riflessioni e un po’ di idee natalizie. Per prima cosa però vorrei ringraziarvi per l’entusiasmo con cui avete accolto il nuovo progetto Flâneuse!
Siete davvero in tantissime ad aver sottoscritto l’abbonamento annuale alla newsletter annuale per ricevere tutti gli approfondimenti e avere accesso a tutti gli incontri online, oltre a sconti copiosi sulle passeggiate letterarie.
La promozione del 50% è ancora attiva, quindi se vuoi darci un’occhiata la trovi qui:
Come funzionano i bookclub?
Per ogni romanzo ho previsto un paio di mesi di lettura, durante i quali invierò delle newsletter di approfondimento sia sulle autrici e i romanzi, sia di riflessione filosofica, con esercizi esistenziali che partono dagli spunti che la letteratura ci offre.
Potete iniziare a leggere quando volete! Anche subito se lo desiderate.
Per Mary Shelley ho previsto l’incontro online a fine gennaio. Riceverete tutti i dettagli, e ovviamente anche il link per accedere. Durante la serata parleremo del romanzo, dei temi emersi nelle newsletter e, in alcuni casi, proporrò degli esercizi filosofici.
Arrivare a quella data avendo letto tutto il libro vi permetterà un’esperienza più completa, ma ci tengo a dire una cosa: abbiamo già una vita piena di impegni e pensieri. Flâneuse non deve aggiungersi a questa lista, anzi deve essere un momento di libertà intellettuale, di riflessione profonda e anche un po’ di divertimento. Che ha lo scopo di arricchirvi (spiritualmente, si intende), non di certo di caricarvi di ansie.
Quindi se sarete a metà libro, e volete comunque partecipare alla serata, sentitevi libere, mi raccomando.
E se non posso partecipare? Mi ammalo? Mio figlio si ammala? Ho una cena a cui non posso non partecipare? Niente paura. Pubblicherò la registrazione! Però mi sento di caldeggiare fortemente la vostra presenza live. Chi ha già partecipato ai miei incontri sa quanto sia diverso seguire attivamente la diretta, dal recuperare tutto in registrazione.
Però sappiate che io so bene che la vita è difficile e quindi, fate quello che riuscite.
La prima newsletter di approfondimento su Mary Shelley e Frankenstein arriverà la prossima settimana, solo a chi ha sottoscritto un abbonamento.
Se non sai ancora come sarà il nuovo progetto Flâneuse, leggi qui:
Rinasce Flâneuse
5 grandi bookclub, 4 passeggiate letterarie, un cine–bookclub, una festa e tanto altro da scoprire, inclusa un’offerta speciale
Festa di Natale
Chi ha l’abbonamento Gold o Annuale lo sa già: il 13 dicembre festeggeremo insieme i 250 anni di Jane Austen, alla Libreria Colibrì di Milano, dalle 16:00 alle 18:00.
Con un Silent Reading Party a lei dedicato, dove potrete portare il vostro libro preferito di Jane Austen, fare una classica merenda inglese e bere un ottimo tè.
Per chi viene… ci sarà un omaggio Flâneuse.
Per tutte le info e per iscrivervi
E ora veniamo a noi. È arrivato dicembre con tutte le sue gioie e magie natalizie e i conseguenti accolli.
Non so voi, ma io mi appropinquo a queste festività devastata di stanchezza. Una stanchezza che sento nell’aria palpabile dovuta a una vita che corre e rincorre, a una situazione globale che di certo non ci fa stare tranquilli la notte e all’imperativo morale e categorico che sentiamo dentro noi stessi: fai, continua a fare, dimostra, produci.
In questi giorni sto leggendo il nuovo romanzo di Ian McEwan che si intitola Quello che possiamo sapere. E che forse – mi viene in mente ora mentre scrivo tra le righe – può regalarci uno spunto per sentirci un po’ più leggere.
McEwan è forse uno dei miei scrittori preferiti in assoluto. Il suo romanzo precedente, Lezioni, è tra i dieci titoli che mi porterei su un’isola deserta se mai dovesse verificarsi lo scenario immaginato nel suo nuovo libro: un futuro in cui il mare ha inghiottito gran parte delle terre emerse, trasformando la Gran Bretagna in una costellazione di piccole isole alternate a distese sommerse. Un mondo dove i conflitti non vengono più frenati soltanto dal ricordo di quelli passati, ma soprattutto dalla crescente “mancanza di metalli con cui costruire armi decenti”.
Quello che possiamo sapere è ambientato nel futuro, nel 2119 e segue le prodezze di Thomas Metcalfe, uno studioso della letteratura nel periodo tra il 1990 e il 2030, che opera a Snowdonia, dove è stata ricreata l’università di Oxford dopo l’inondazione.
È un romanzo che racconta tante cose: l’ossessione per la letteratura, ovviamente, e le vite dei grandi scrittori e poeti del passato, gli ambienti accademici, ieri come oggi, pieni di rivalità e contraddizioni. E soprattutto ci fa riflettere sul nostro presente (l’ultimo momento in cui – dice McEwan – l’umanità avrebbe potuto fare qualcosa per salvarsi, ma che invece era troppo impegnata a crogiolarsi nei propri narcisismi – sintetizzo e interpreto – per agire davvero) dalla prospettiva di un futuro molto più povero, spaventato, che ha conosciuto le conseguenze reali delle catastrofi (ambientali e umane come le guerre).
Di ciò che possiamo sapere non solo studiando e interpretando (a volte sovrinterpretando) le vite di chi non c’è più, ma anche quelle di chi abbiamo accanto. Perché ciò che prova a fare Thomas è proprio questo: sta lavorando su un testo che risale al secolo precedente, una poesia avvolta da un’aura di mistero. Si tratta di una “Corona”, un lungo componimento dallo stile raffinatissimo: quindici sonetti concatenati, in cui l’ultima riga di ciascuno diventa la prima del successivo, mentre il quindicesimo raccoglie tutte le righe ripetute formando un sonetto autonomo e compiuto. Un’opera che il celebre poeta Francis Blundy aveva recitato durante una cena organizzata per il compleanno di sua moglie.
Le discipline umanistiche sono costantemente in crisi. Non credo più che si tratti di un problema istituzionale – è nella natura della vita intellettuale, o del pensiero stesso. Il pensiero è sempre in crisi.
Ma quello che a mano a mano emerge dal romanzo non è solo che Thomas non sapeva un fico secco delle relazioni del suo poeta preferito, ma nemmeno la moglie (Vivien) che diventerà centrale nella seconda parte del romanzo, conosce davvero il marito. E soprattutto lui non conosceva per nulla la moglie.
Qual è il rapporto tra letteratura e vita? Che valore ha la ricostruzione storica di opere di letteratura? E delle vite dei suoi autori?
La ricostruzione biografia diventa a tutti gli effetti un’invenzione letteraria che si fonde con la memoria, di cui non possiamo mai essere davvero sicuri – come sosteneva la nostra Virginia Woolf che ci ha provato e riprovato a scrivere un’autobiografia, ma proprio non ci riusciva, perché non si fidava dei suoi ricordi.
Però è vero anche che il nostro passato ha un senso solo se riconfigurato nel presente, e grazie al presente può assumere nuove e sfavillanti sfumature. È quello che fa McEwan: ci ricorda che ogni ricostruzione è un atto di immaginazione, un tentativo di dare forma a qualcosa che sfugge in continuazione. E che a volte sforzandoti di ricostruire la vita di un altro – o un’altra – che in qualche modo ci affascina e ci richiama, capiamo meglio la nostra.
E, allora, ti propongo un piccolo esercizio filosofico, semplice ma spiazzante, perfetto per questo dicembre che ci trova stanchi, pieni di liste, di impegni e di desideri che non sappiamo ancora nominare.
Prova a immaginarti dal futuro. Non domani, non fra un anno. Prova a portarti avanti di qualche decennio, come se ti guardassi da un punto lontano e silenzioso, un punto in cui le cose che oggi ti agitano si sono deposte come sabbia in fondo all’acqua.
Che cosa vedresti della tua vita di adesso? Quali dettagli ti sembrerebbero importanti e quali del tutto irrilevanti? Quali errori capiresti finalmente di avere raccontato a te stessa con autenticità? E quali gesti minuscoli assumerebbero, dal futuro, un peso che oggi non riesci nemmeno a riconoscere?
McEwan ci mostra che, spesso, non conosciamo davvero gli altri. Ma ancora più spesso non conosciamo noi stessi, se non quando ci osserviamo da una distanza nuova. Anzi, a volte è proprio chi ci osserva da lontano a illuminare delle zone d’ombra che noi ci ostiniamo ad ignorare.
E allora forse questo è il regalo possibile di questo dicembre: fare come Ian McEwan (ok, con le dovute differenze…), provare a capire il presente guardandolo dal futuro. Per leggerci come se fossimo un personaggio, e riscoprire così ciò che conta davvero.
Magari, chissà, dal futuro scopriremo che stiamo facendo del nostro meglio. E che basta questo per sentirci soddisfatti di noi stessi, nonostante tutto. E poi, fermarci a respirare. Ricordandoci i nostri momenti di essere, le cose belle che abbiamo che non devono essere fagocitate dall’angoscia di dover sempre correre o ambire ad altro.
Io per esempio chiedo alla mia me del futuro di aiutarmi a dire “grazie” più spesso. E con più gioia.
Consigli natalizi a tema Jane Austen
Il 16 dicembre del 1775 nasceva colei che rivoluzionò la letteratura inglese e mondiale… ecco alcuni libri per ricordarla (e che sono un’ottima idea per regali e autoregali di Natale).
1. I miei Natali Regency: Jane Austen in versione natalizia
Se state cercando un regalo sicuro per chi ama i classici inglesi, I miei Natali Regency è una buona scelta. L’antologia raccoglie le pagine più significative dedicate al Natale da Jane Austen, curata da Linda Poncetta e arricchita da illustrazioni d’epoca. È uscita per Interlinea nella collana “Nativitas”, pensata proprio per le letture natalizie.
La pubblicazione coincide con i 250 anni dalla nascita di Austen. Le pagine selezionate mostrano il Natale com’era nella sua famiglia: riunioni affollate, giochi, visite, lettere alla sorella Cassandra piene di attese e preparativi. Nei romanzi ritornano i pranzi con tacchino e pudding, e tutto il lavoro invisibile che richiedevano.
Un libro perfetto per entrare nelle atmosfere Regency senza impegno e con quella leggerezza che Austen ha saputo regalarci.
2. La nuova edizione rilegata di Persuasione
Frassinelli sta pubblicando una serie di nuove edizioni rilegate dedicate a Jane Austen: Orgoglio e pregiudizio, Emma, Mansfield Park. Ma il mio consiglio spassionato è Persuasione, il mio preferito in assoluto. È uno di quei romanzi a cui torno quando mi sembra di aver finito le energie o la pazienza verso il mondo. Austen qui è precisa, matura, essenziale.
Se vi serve un regalo che funzioni sempre, o un libro che vi faccia compagnia in un momento complicato, questo è quello giusto.
3. Un anno con Jane Austen di Liliana Rampello (Neri Pozza)
Se cercate un regalo per chi ama Jane Austen ma ha già letto tutto (o crede di averlo fatto), questo libro funziona benissimo. Un anno con Jane Austen di Liliana Rampello raccoglie 365 pagine a tema austeniano: matrimoni, balli, sorelle, gentiluomini, paesaggi, frasi memorabili, finali concilianti. Un modo per attraversare l’universo di Austen giorno per giorno, senza dover affrontare un saggio accademico ma nemmeno un libro leggero in senso banale.
Rampello parte da una domanda interessante: come ha fatto Austen, chiusa nel salotto di un rettorato di campagna, a inventare personaggi che parlano ancora a lettrici e lettori di ogni epoca? La risposta è nelle sue protagoniste, nel loro modo di leggere il mondo e nel modo in cui noi continuiamo a leggerle.
Il volume è curato, compatto, pensato per chi ama tornare spesso nei luoghi e nei dialoghi austeniani. È anche un buon punto di ingresso per chi vuole capire perché Austen continui a funzionare così bene a più di due secoli di distanza. Un regalo affidabile per chi è già in territorio “Austenland”.
4. Jane Austen. Ritratto di una vita straordinaria di Carolina Capria
Questo è il regalo giusto per chi vuole conoscere Austen non solo come autrice, ma come persona. Carolina Capria ricostruisce in modo preciso e affettuoso la vita di Jane, partendo dagli oggetti, dai luoghi e dai gesti quotidiani: lo scrittoio portatile, il pozzo della canonica, le croci di topazio regalate dal fratello. Un approccio semplice ma efficace, che mette a fuoco la ragazza del New Hampshire che, in pochi decenni, è diventata un’icona globale.
Il libro funziona perché non si limita a raccontare i fatti: ricolloca salotti, campagne, amicizie, sorellanze e piccole dinamiche familiari dentro l’universo narrativo che Austen stava costruendo. Ne esce un diorama nitido di personaggi, dialoghi e incipit che hanno cambiato il modo in cui leggiamo e scriviamo da più di due secoli.
Capria ha una scrittura chiara e competente, si vede il lavoro femminista che porta avanti da anni con “L’ha scritto una femmina”, e si vede la cura con cui maneggia le protagoniste della letteratura. Un buon regalo per chi ama Austen, per chi vuole avvicinarsi alla sua figura, o per chi è semplicemente curioso di scoprire come nasce davvero un mito.
Buone letture. E a presto,
Marta
Se hai dei suggerimenti su tematiche da affrontare, libri, e/o dritte di ogni tipo, scrivimi pure sul mio account Instagram. Se vuoi informazioni sull’abbonamento scrivi a: info@nredizioni.it







Questo dicembre pieno di corse e stanchezza trova nelle tue parole un respiro diverso. L’invito a guardarci dal futuro mi ha spiazzato in modo gentile: fa subito ordine nelle ansie e ridà misura alle cose che contano.
E grazie per i consigli su Austen.
Ogni settimana una piccola boccata d’aria, davvero. Thank you.